Cosenza_Trekking_Urbano

COSENZA
Cosenza: dove la cultura diventa cibo per l’anima e per la mente

Il percorso inizia dal Complesso di San Domenico, con uno dei 14 chiostri della città. Dal Ponte Mario Martire si prosegue su Corso Telesio per Via Campagna, già “vinella d’a nivi”, strada così nota nella toponomastica popolare, per la neve silana compressa in recipienti di terracotta che le nobili famiglie conservavano come dessert. Poi visita alla Biblioteca Nazion-le con la mostra “Cosenza dalle origini al secolo XVI: itinerario storico, culturale, religioso, artistico ed enogastronomico” allestita in occasione dell’ Expo 2015 per far conoscere il patrimonio bibliografico sulle peculiarità agroalimentari della città.

Ancora su Corso Telesio visita al Museo Diocesano con la mostra dedicata al “cibo dell’anima”. Da P.zza XV marzo si accederà al Palazzo del Governo presso l’enoteca provinciale. Da qui si raggiungerà il Museo dei Brettii e degli Enotri con la mostra “Cibo per gli uomini e per gli dei: il rito del banchetto nel mondo antico”. Durante l’itinerario si effettueranno degustazioni di prodotti tipici e vini locali e in serata si potrà partecipare, su prenotazione e a pagamento, a una cena con ricette antiche, attestate nel mondo greco e romano.

Info Percorso:

Giorno percorso: sabato 31 ottobre
Tempo di percorrenza: 4 ore
Lunghezza: 1,5 km
Difficoltà: media
Punto di partenza: Piazza T. Campanella
Orario di partenza delle visite guidate: ore 16.30

Per Informazioni:

Comune Di Cosenza
Museo Dei Brettii E Degli Enotri
Dott.ssa Maria Cerzoso
Tel.: 098423303
E-mail: m.cerzoso@comune.cosenza.it
Web: www.comune.cosenza.gov.it

Associazione Città di Cosenza
Tel.: 328 1754422
E mail: info@cosenzaturismo.it

LA RICETTA: PASTA E PATATE “ARA TIJEDDRA “

Pietanza particolare perché tutti gli ingredienti vengono cotti insieme e a crudo, rendendola morbida dentro e croccante all’esterno. Si tratta di un piatto buona sia caldo che freddo, ottimo per buffet e scampagnate.

Ingredienti:
400 g pasta formato penne a candela lisce o rigatoni
Patate, almeno 2 ( 400 g circa)
400 g passata di pomodoro o pomodori pelati e basilico
400 g acqua
Parmigiano grattugiato abbondante
200 g Caciocavallo silano
Aglio, Olio, Origano qb
Per la crosticina: pane raffermo frullato, parmigiano, aglio, origano olio

Preparazione:
Mescolare la Passata di pomodoro con un filo d’olio ed il sale. Sbucciare e tagliare le patate a fettine sottili, meglio se si utilizza la Mandolina In una teglia antiaderente, versare 3-4 mestoli di sugo sul fondo ed abbondante parmigiano. Coprire il sugo nella teglia con la metà della Pasta cruda, 1/2 spicchio di aglio tritato ( se non vi piace si può anche non mettere o sostituire con la cipolla frullata fine fine), le patate a fettine, origano, caciocavallo tritato non troppo finemente, parmigiano grattugiato abbondante e sale. Aggiungere sopra la pasta altri 3-4 mestoli di sugo: il segreto per un’ottima riuscita è condire con sugo abbondante. Fare un altro strato: Coprire con la pasta rimasta sempre cruda, le patate, l’origano, il caciocavallo, il parmigiano abbondante ed ancora sugo. Aggiungere nella teglia almeno 1/2 bicchiere d’acqua leggermente salata a filo della pasta: l’acqua non deve coprire completamente la pasta, ma deve essere poco sotto il suo livello. Bisogna arrivare a filo dell’ultimo strato. Coprire con un coperchio e Mettere a cuocere sul fornello per 15-20 minuti. Nel frattempo preparare la gratinatura: frullare il pane raffermo insieme a parmigiano ed origano. Scaldare in un pentolino un pò di olio extravergine di oliva, aglio e peperoncino ( da eliminare). Una volta terminata la cottura della pasta sul fuoco ( quindi dopo 15-20 min.), l’acqua sarà in gran parte assorbita e le patate ancora abbastanza al dente. Nella teglia dovrà rimanere un pò di liquido solo sul fondo, lo stretto necessario per completare la cottura in forno. Distribuire la mollica di pane condita sulla pasta e versarci sopra l’olio bollente soffritto. Mettere la teglia scoperta in forno preriscaldato a 200° o comunque alla temperatura massima e lasciare cuocere per altri 15 minuti almeno, fino a quando si dorerà in superficie e farà una bella crosticina!

IL PRODOTTO TIPICO: PALLONI DI FICHI

Rappresenta una delle lavorazioni più antiche, produzione oggi di nicchia, si concentra prevalentemente in alcuni comuni della provincia di Cosenza ( San Fili, San Vincenzo la Costa, ecc.). Per la produzione di questo prelibato prodotto, i fichi raccolti allo stato fresco sono lasciati al sole per 24 ore circa e poi infornati. Il forno,con il getto d’argilla, già preparato di buon mattino si fa ardere per almeno 4 o 5 ore, utilizzando fascined’ogni genere, provenienti dal materiale di risulta della potatura. Quando il forno è pronto, in gergo s’affaccia, in altre parole la volta diventa bianca, viene pulito dalla brace e dalle ceneri, con uno straccio bagnato. I fichi lavati e gocciolanti, vengono posti nel forno a formare uno strato di 10/15 cm. Ad operazione conclusa, il forno viene chiuso ermeticamente con un coperchio in ferro e sigillato con del fango d’argilla. Dopo circa tre ore si procede ad uniformare la cottura rivoltando i fichi. L’operazione si ripete per due o tre volte ed a cottura ultimata si ottiene il classico fico nero conservato in grandi casse dette “casciuni”. Per la produzione dei palloni, i fichi sono tolti dal forno a cottura non del tutto ultimata, amalgamati l’uno contro l’altro, prestando attenzione che tra un fico e l’altro non rimanga spazio così da formare una palla costituita da circa 25/30 fichi. Il pallone che si ottiene, è avvolto in due o tre foglie di fico verdi e legate da un sottile filo di salice.

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